Appello urgente per il Centrafrica
La situazione del Centrafrica è sempre più critica e uomini armati senza scrupoli continuano a spargere sangue innocente agendo indisturbati e fuori da ogni controllo, incutendo paura e desolazione.Ormai la popolazione è al limite dell'umana sopportazione e sta perdendo le speranze di tornare ad una vita che già normale non era!
Per questo è importante far sentire la nostra voce attraverso la diplomazia italiana e quella internazionale e rompere questo silenzio che permette a chi ha le armi di usarle impunemente contro i più deboli.
L'ultima data utile per la nostra iniziativa era ieri, 21 Luglio, lasciando anche le prime ore di oggi per raccogliere il maggior numero di firme e cercare di porre fine a quest'ennesimo delirio di violenza senza senso.
Ormai sono trascorsi quattro mesi dal 24 marzo scorso e i ribelli armati della Seleka (Alleanza, in lingua sango) continuano ad occupare la capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui, dopo aver cacciato il presidente Bozizé accusandolo di corruzione e crimini contro l'umanità. Questo atto è stato solo l'epilogo di uno stillicidio di combattimenti cruenti e di scontri più o meno devastanti che, dall'autunno del 2012, hanno sconvolto il Paese.
In seguito a ciò il Centrafrica anziché stabilizzarsi è caduto in preda a distruzioni, saccheggi, uccisioni da parte di bande armate incontrollate e indicibili violenze su donne, anziani e bambini. Attendibili fonti internazionali riferiscono inoltre il reclutamento e l'impiego di molti minori da parte di diversi gruppi armati.
Al degenerare della già fragile situazione è probabile che abbiano contribuito interessi sia politici, sia economici, sia geo-strategici: la Repubblica Centrafricana risulta infatti essere una zona ricca in diamanti, uranio, foreste e terre coltivabili a monocoltura intensiva.
Per cercare di porre l'attenzione su tutto ciò, alcune Associazioni umanitarie impegnate da anni in Centrafrica hanno organizzato un incontro il 19 giugno scorso a Treviso, iniziando a muovere le acque!
In seguito si è pensato di far partire anche questa petizione on line. Il numero delle firme si sta moltiplicando velocemente, ma dobbiamo cercare di raggiungerne molte di più!
Siamo certi che con un numero eclatante di firme ci sarà il risultato sperato, ma ci accontentiamo anche solo di 3750 (che in appena 24 giorni, senza aiuto dell'informazione pubblica, sono già tante!), per far notare che un buon numero di persone ha messo il cuore per cambiare questa situazione.
Grazie a tutti coloro che aiuteranno la Repubblica Centrafricana!